Et perchè non mi è concesso il scriver più alla longa, fornisco, et me le raccomando in gratia.
Di Bologna, a dì 16 Ag.o 1610.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maSer.re di cuore
Gio. Ant.o Roffeni.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo S.re P.rone mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei, Eminentiss.o Letore nello Studio di
franca per Venetia.
Padoa.
378.
MARTINO HASDALE a GALILEO in Padova.
Praga, 17 agosto 1610.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VI, car. 72. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.r mio Colend.mo
Con tutto che io non sappia dove questa mia sia per ritruovare V. S., nondimeno non voglio tralasciare di scrivere queste 4 righe.
Il Zugmesser sarà qui questa settimana: farò con lui, et se non basterà, con l'istesso Elettore, quale so che haverà caro di leggere le lettere di V. S., piene di modestia et humanità, da confundere Sciti et Tartari, non che barbari Germanici.
Ho fatto venire il sapore alla bocca, non meno che colera al fiele, a C.(857) con quel capitolo, che il Cardinale Borghese gli havea levato dalle mani quell'occhiale fatto di mani sue. S. M.tà ha prorotto in queste parole: "In somma, questi preti vogliono ogni cosa". Mi ha dato ordine di scrivere a V. S. a nome suo; ma mi son scusato con dire, ch'ella havea scritto al S.r Ambasciatore di Toscana, che al sicuro harebbe mandato un al doppio più perfetto di quello che ha havuto Borghese. Vedendo che S. M.tà non s'acquietava, l'ho fermata finalmente con dire, che ella a posta era stata chiamata a Fiorenza dal G. D. per farne qualche numero, da mandare a varii prencipi.
| |
Bologna Roffeni Galileo Galilei Eminentiss Letore Studio Venetia Padova Colend Zugmesser Elettore Sciti Tartari Germanici Cardinale Borghese Ambasciatore Toscana Borghese Fiorenza
|