Ma pur V. S. ha da sapere, che alla prima di quelle io non risposi, per esser ricaduto nel male acerbissimamente, et non haver havuta per ciò commodità di dire al Sig. Baldino(875) quel ch'io disiderava ch'egli dicesse a V. S. per mia parte. Alla seconda io risposi, facendo la mia scusa et ringratiandola del dono del suo libro, a me gratissimo per l'acutissime et maravigliose osservationi, avisandola ancora com'io m'era portato, prima ch'io havessi il libro, contra i calunniatori, che fingevano V. S. haver dette della luna cose da mover riso alle pietre. Ch'ella non habia ricevuta la lettera, credo essere stata la causa, perch'io la indrizzai a Padova, dov'io credeva che V. S. dovesse tosto da Venetia ritornare, per passar a Firenze, et indi a Pisa, per ordine del suo Prencipe. Ma poichè V. S. è per haver ferma stanza nella patria, giuocherò al sicuro, nè haverò occasione di simili confusioni. Quanto al mio stato, che V. S. disidera di sapere, al presente io sto sano, la Dio gratia, et parmi haver racquistata gran parte delle forze perdute per sì lunga malatia, et di poter seguitar le mie deboli imprese. Nè m'occorrendo altro che scriverle, bacio a V. S. le mani, come fa ancora la Signora Margherita Sarochi, pregandola a conservarmi nella sua buona gratia, et pregando Dio N. S. le dia ogni contento.
Di Roma, li 24 di Settembre 1610.
Di V. S. molto Illustre et Ecc.maServitore Aff.mo
Luca Valerio.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.moIl S.r Galileo Galilei.
Firenze.
397.
ANTONIO SANTINI a GALILEO in Firenze.
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Padova Venetia Firenze Pisa Prencipe Dio Signora Margherita Sarochi Dio N Roma Settembre Illustre Valerio Galileo Galilei Firenze
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