D. Benedetto Castello.
Fuori: All'Ill.re et Eccell.mo Sig.re e P.ron mio,
Il S.r Galileo Galilei.
Firenze.
400.
GIO. ANTONIO MAGINI a [GALILEO in Firenze].
Bologna, 28 settembre 1610.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. III, T. VII, 2, car. 10. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.or mio Oss.mo
A punto io stavo in pensiero di scrivere a V. S. per darle conto di certo effetto ch'ho ritrovato col canone, quando m'è sopragionta la sua gratissima; il qual è questo: che alungando il canone alla doppia distanza di quello che porta, et levando via il traguardo o lente concava, si vedono tutte le cose alla riverscia et molto distinte, se bene piccole. Et questo l'ho scoperto con l'occasione d'un canone o tromba che mi ha mandata a donare il S.or Santini, che è di forse dodici pezzi: il qual S.or Santini, per l'ultime lettere che mi sono capitate hoggi, scrive così delli 4 pianeti:
Alli 20 ho osservato Giove verso le 10 hore, et haveva li 4 pianeti tutti orientali in questa forma [vedi figura 400a.gif]; alli 23, circa la medesma hora, li haveva così disposti [vedi figura 400b.gif]. Haverei pur caro di sapere di costì qualche cosa circa questa mobilità, et la causa della negativa, quia patent sensui.
Questo è quanto me ne scrive detto S.or Santini, del cui testimonio si potrebbe valere, massime che per altre sue m'ha acertato haver veduti più volte li detti pianeti.
Il S.or Roffeni è partito questa mattina per villa, ma gli scriverò che mandi a V. S. l'Epistola così volgare, chè gli sarà di manco briga, et sarà più a proposito, sendo scritta da un Italiano.
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