Io me ne rallegro di core con V. S., e prego il Signore Iddio che continui di bene in meglio le sue prosperità, desiderando occasione di adoperarmi spesso per lei.
Di Roma, li 9 di Ottobre 1610.
Di V. S. I.
S.or Galileo Galilei.
Come fratelloIl Card.le dal Monte.
Fuori: All'Ill. Sig.orIl Sig.or Galileo Galilei.
Fiorenza.
407*.
ANTONIO SANTINI a GALILEO in Firenze.
Venezia, 9 ottobre 1610.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. VII, car. 156. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo S.or mio Oss.mo
Il Padre Clavio mi scrive haver riceuto lettere da V. S., dove li fa mentione haver inteso da me che loro a Roma se la burlano de' pianeti novi, e mostra di aspettar lei di andar in esso luoco per certificarsi del fatto. Io per me li ho scritto, che più fiate li ho veduti, e mutati di sito, talmente che non ne dubito punto. La verità è una sola; e quando haveranno imparato a maneggiare l'occhiale, e che la potenza del vedere sia integra, forza è che confessino. Io dubito che alcuni di questi più grossi, voglio dire di più riputassione, non stiano duri, acciò V. S. si metta in necessità di mandargli lei uno instrumento.
Di Praga sin qui non ho sentito alcuna cosa: nè per caosa delli libri del S.or Keplero V. S. si dia pensiero, poi che, come ella sa, ogni mia cosa è al suo comando. Desidero bene mi dia occasione di servirla e mi conservi in sua gratia, e li b. le mani, come fanno li amici che per sua parte ho salutato, e già alcuno si querelava della sua taciturnità; ma il S.or Magagnati è consolato per l'aggregatione fatta della sua persona dalli SS.ri Cruscanti(894). Io ho giudicato V. S. haverci la maggior parte.
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