Ho poi inteso quanto mi scrive del specchio grande, et spero fra poco d'haver fornito un poco di discorso sopra lo specchio concavo, ad instanza del nostro Cardinale; il quale forse mi risolverņ di far stampare, chč potrebbe esser che movesse maggior desiderio al G. D. d'haver uno di quei specchi, vedendo questo discorso.
Haverei caro, che V. S. facesse sapere con qualche bel modo al S.or Keplero, che Martino č stato tanto insolente et indiscreto in casa mia, che si prendeva licenza di metter mano sino nelle mie lettere che ricevevo da gl'amici et riponevo sopra le mie tavole; et questo io dico, raccordandomi che nell'ultima lettera d'esso Keplero, che mi lesse nell'hosteria, ci era non so che, che attaccava quasi la mia persona. Perņ haverņ ancor io campo franco di risentirmi in qualche parte dell'istesso Martino, con l'occasione di quest'operetta dello specchio concavo.
Io fornisco, sendo interrotto da un gentil'huomo ch'hora č arrivato da me, et le bacio le mani, offerrendomi sempre prontissimo a' suoi commandi.
Di Bol.a, li 15 Ottobre 1610.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maSer.re Aff.mo
Gio. Ant.o Magini.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo S.or mio Oss.moIl S.or Galileo Galilei, Math.co del Ser.mo G. Duca di Toscana.
Firenze.
409.
GALILEO a MICHELANGELO BUONARROTI in Roma.
Firenze, 16 ottobre 1610.
Galleria e Archivio Buonarroti in Firenze. Filza 48, Lett. G, car. 930. - Autografa.
Molto Ill.re Sig.re
La speranza che havevo di ritrovar V. S. molto I. in Firenze, mi ritenne in silenzio quando in Padova ricevei, per mano del S. Sertini(896), la sua bellissima canzone sopra i Pianeti Medicei.
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