Dopo il mio arrivo qui, la medesima credenza del suo presto ritorno mi ha ritenuto dal rendergli quelle dovute grazie, che pure a bocca speravo di potergli rendere pių proporzionate alla grandezza del favore. Finalmente l'haver io pur oggi vedute due lettere di V. S., una al S. canonico Nori et l'altra al S. Sertini, nelle quali niuna parola dice del ritorno, mi ha fatto risolvere a scrivergli, se non il debito ringraziamento, al meno la confessione dell'obligo che a tanti altri mi ha aggiunto nel favorirmi della sua leggiadrissima composizione; et quando lo scoprimento di questi nuovi pianeti non producesse altro benigno influsso in terra, assai č egli stato il dare occasione all'ingegno del S. Buonar.i di parturire opera cosė gentile. Io ne rendo a V. S. quelle grazie maggiori che capir possono in una piccola carta: grandi le rende la mente, et grandissimo č l'obbligo che resta nell'animo, prontissimo a compensar con l'affetto quello che all'effetto delle forze manca.
Io non posso dire di star contento in Firenze, sendo restato defraudato della presenza di 2 padroni et amici tanto primarii: dico di V. S. et del S. Cigoli. Consoli V. S. l'amarezza col darmi speranza di presto ritorno, et con l'assicurarmi che io habbia luogo nella sua grazia(897). Gli b. le m., et per grandissima fretta finisco.
Di Firenze, li 16 di 8bre 1610.
Di V. S. molto I.
Ser.re Parat.moGalileo Galilei.
Fuori: Al Ill.re Sig.re mio Sig. Osser.moil S. Michelang.lo Buonar.ti
Roma.
410*.
PIETRO DUODO a GALILEO in Firenze.
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