Pagina (550/710)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il S.or Santini mi mandava la posta passata quella sua lente perfetta, con la quale osservava i pianeti circolatori di Giove, insieme con alcuni traguardi: ma quand'io sono andato dal coriero, m'ha risposto non haver ricevuta quella scattola; et mi dispiacerebbe che fosse ita a male. Io spero che le lenti ch'ho fatte lavorare sopra la concavità d'un mio specchio, debbano riuscire, quand'io potrò accompagnarle con traguardi a proposito, perchè fanno la tromba più grande di quante io n'habbia vedute, et fanno ancora gl'oggetti grandissimi et da vicino; et non vedo l'hora di certificarmene meglio. Con questo fine mi raccordo deditissimo a servir sempre V. S., alla quale bacio le mani insieme col S.or Roffeni.
     
      Di Bol.a, li 23 Ottobre 1610.
      Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maSer.re Aff.mo
      G. Ant.o Magini.
     
      Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo S.or mio Oss.moIl S.or Galileo Galilei Math.co del Ser.mo G. Duca di Toscana.
      Firenze.
     
     
     
      415.
     
      LUCA VALERIO a GALILEO in Firenze.
      Roma, 23 ottobre 1610.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VI, car. 76. - Autografa.
     
      Molto Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.mo
     
      Non so s'io mi rallegri più della sua lettera, resami hieri a un'hora di notte dal S.r Cigoli, o pur m'attristi del dispiacere ch'ella prende dalle ciancie di costoro, li quali, dove lor manca il fare, si credono di supplire al suo honore col cicalare et biasimar l'opere altrui. Signor mio caro, io, che dalle lingue di molti di questa città son stato et sono molto più mal trattato di lei, et ho imparato di ridermene, conforto V. S. a fare il medesimo, considerando questa esser parte della divina Providenza, acciò intendiamo che i nostri parti, quando per nostri si pigliano, sono da molti scherniti, a fin che conosciamo più chiaramente che qualunque buone opere che noi faciamo, in quanto buone e perfette, non vengono da noi ma da Dio solo; nel che ci sono costoro di grande aiuto, li quali, considerandoci come huomini che siamo, ma non con l'aiuto del cielo, nè perciò giudicando verisimile che da noi possa procedere alcun bene, ci danno occasione d'allegrarci che la gloria delle nostre lodevoli fatighe, scoperta la verità, non solo da noi, ma etiandio da tutti, si renda tutta a Dio.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





Santini Giove Roffeni Bol Ottobre Ant Magini Galileo Galilei Math Duca Toscana Firenze Cigoli Providenza Dio Dio