Egli fece insieme stampare i miei versi; ma è stata usata così poca diligenza nello stamparli, ch'io mi vergogno. Per questo, disegnando V. S. di farmi l'honore (di che la ringratio di buon cuore) che escano in luce con le sue osservazioni celesti (il che a me sarà di sommo contento), io glieli mando ancora una volta, scritti di mia mano et cresciuti d'un epigramma, ch'è il settimo, et su questa copia V. S. gli potrà fare stampare(914). Io ringratio V. S. dell'honore che m'ha fatto a farli vedere al Ser.mo Gran Duca. Mi spiace che la lode di sì gran liberalità sia più tosto guasta dalla mia rozza musa, che adornata. Come che sia, dopo c'ho inteso che non sono spiacciuti a S. A., hanno cominciato a piacer a me.
Stiamo, il Sig.r Keplero et io et tutti i migliori spiriti, con gran desiderio aspettando lo scoprimento della sua nuova osservazione(915). La prego, s'egli è cosa che si possa sapere senza suo pregiudizio, sia servita di farmene parte. Il favore si farà ad uno, il quale, se non lo potrà ricompensare, lo saprà almeno stimare secondo il merito. Con che, pregandole da N. S. Idio ogni contento, gliene bacio le mani. Il medesimo fa il Sig.r Keplero.
Di Praga, a dì 24 d'Ottobre 1610.
Di V. S. molto Ill.reSer.re Aff.mo
Tomaso Segheto.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.re et P.ron mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei,
Filosofo et Matematico del Ser.mo Gran Duca.
Firenze.
418*.
LODOVICO CARDI DA CIGOLI a GALILEO in Firenze.
Roma, 24 ottobre 1610.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VI, car. 79. - Autografa.
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