Imperitiam, temeritatem, stupiditatem, infoelicissimum meorum verborum intellectum, et quae alia huius classis, tolerabiliora existimo, quia non animi morbi(931), non vitae probra, sed vel naturae vel aetatis vitia.
Satis multa de his, ne nostrae amicitiae aut tuae virtuti videar diffidere. Desinam igitur, si hoc adhuc subiunxero(932). Audio enim recusam esse Florentiae Dissertationem. meam(933): cupio eius exemplum videre.
Iamque vale, et nos primo quoque tempore desiderio tuae novae inventionis leva: neminem habes, quem metuas aemulum.
Pragae, 25 Octobris anno 1610.
N. Ex. T.
[vedi figura 419.gif]
420.
MARCO WELSER a GALILEO in Firenze.
Augusta, 29 ottobre 1610.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. III, T. VII, 1, car. 24. - Autografa. A questa lettera facciamo seguire il parere di GIO. GIORGIO BRENGGER, che ad essa era allegato e che si trova autografo a car. 26-27 del medesimo codice. Sempre nello stesso codice, a car. 70-72, si ha copia così della lettera come del parere, scritta di mano di VINCENZIO VIVIANI, che vi premise (car. 69) quest'annotazione: 3 lettere, 1610 [cioè, la presente con l'allegato parere, e quelle che pubblichiamo sotto i nn.i 424 e 425]. Copie. Dal Sig.r Vinc.o Galilei. Copiate da me da originali del Velseri e Breugger [sic], e da bozze del Galilei in 4 fogli; e a car. 28-31 è un'altra copia, di mano del sec. XVIII, della lettera del WELSER.
Molto Ill.e et Ecc.mo S.or Oss.mo
Mi do a credere che V. S. possa haver sentito mentovare il mio nome in Padova per bocca de' SS.i Gualdo et Pignoria; quando non, il S.or Pichena costì, tanto mio amico et patrone, le ne darà qualche notizia.
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