La settimana passata mandai a cotesto Ill.mo Ambasciator nostro un occhiale, da lui richiestomi: perchè la mia indispositione non mi lasciò ben considerarlo, come haverei volsuto, prego V. S. con suo commodo volerne haver vista, e farmi sapere se risponde, acciò che io possa mandarli un altro vetro, se occorresse; e questo lo fo, dubbitando che esso, per termine di complimento, non me lo laudi oltra il merito. Fo fine e li bacio le mani, raccordandomeli servitore. Nostro Signore la conservi.
Di Venetia, adì 6 Novembre 1610.
Di V.S. molto Ill.re et Ecc.maSer.re Aff.mo
Ant.o Sant.ni.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo S.or mio Oss.moIl Sig. or Galileo Galilei, in
Firenze.
424.
GALILEO a [MARCO WELSER in Augusta].
Firenze, 8 novembre 1610.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. III, T. VII, 1, car. 32. - Bozza autografa, dalla quale fu trascritta la copia di mano di VINCENZIO VIVIANI, che è a car. 73 del medesimo codice. Cfr. l'informazione premessa al n.° 420.
Ill.mo Sig.re et Pad.n Col.mo
Io non pure ho frequentemente(946) sentito il nome di V. S. Ill.ma per le lingue dei SS.i Gualdo et Pignoria, ma molto avanti per quella del S. Gianv.o Pinelli di gloriosa memoria, et infinite volte(947) per quelle della fama; et come ho sempre bramato d'incontrare occasione di potermi dedicare servitore alla sua gran virtù(948), così ho con lietissimo cuore abbracciata questa, del mandarmi ella le contradizioni(949) dell'eruditissimo Sig.r Brengger(950): le quali quando anco fossero insolubili(951), mi pregerei più ne gl'errori dell'opera mia che nelle cose(952) ben dette, se pur ve n'è alcuna, sendomi quelli stati mediatori all'aqquisto(953) di un tanto padrone(954), frutto a cui simile(955) non mi è provenuto, nè spero che sia per provenirmi, dal resto de i miei trovati; li quali hora con gran(956) ragione posso reputare per indubitati et assolutamente veri, persuadendomi che quando io in cose essenziali(957) havessi preso errore, sarei stato dalla gratissima et da me stimatissima censura del S. Brengger fatto avvertito, con non meno(958) cortese affetto di questo che scorgo nelle dubitazioni sue intorno a cosa solo di mediocre rilievo.
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