Et se(959) pure anco in altra li restasse scrupolo, io supplico V. S. a pregarlo di communicarmi liberamente(960) ogni sua instanza, assicurandolo che lo riceverò per favore singolare, reputando io azione altrettanto honorata et degna di huomo virtuoso l'avvertire gl'autori de i loro(961) errori, quanto mi par vergognoso il lacerargli dietro le spalle.(962)
Io ricevei ieri dal S. Picchena la cortesissima sua, insieme con le dubitazioni del S. Brengger(963); tra ieri et oggi, ben che aggravato da più di una indispositione, ho scritto quello che mi è sovvenuto in mia difesa: non so se, come il corpo, così haverò hauta la mente inferma; comunque sia, appaghisi V. S. del buon volere, come anco il Sig.r Brengger, al quale cordialissimamente mi offerisco, attendendo sua risposta(964). Et a V. S. con ogni reverenza bacio le mani et me gli dedico per servitore(965), et dal Signore gli prego ogni desiderata felicità.
Di Firenze, li 8 di 9mbre 1610.(966)
Di V. S. Ill.maSer.re Dev.mo
Galileo Galilei.
425.
GALILEO a GIANGIORGIO BRENGGER.
[Firenze, 8 novembre 1610].
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. III, T. VII, 1, car. 34-36. - Bozza autografa, dalla quale fu trascritta la copia di mano di VINCENZIO VIVIANI, che è a car. 74-77 del medesimo codice. Cfr. l'informazione premessa al n.° 420.
Ut tuae discussioni(967), eruditissime Brengger, respondendo, pro viribus satisfaciam, brevitati atque facilitati consulens, te ut membratim tuam perlegas narrationem rogatum volo: singulis enim particulis, tuam eandem prosequens methodum, responsa accomodabo.
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