Firenze.
427.
GALILEO a GIULIANO DE' MEDICI in Praga.
Firenze, 13 novembre 1610.
Riproduciamo questo capitolo di lettera dall'opuscolo IOANNIS KEPLERI S.ae C.ae M.tis Mathematici Dioptrice, seu Demonstratio eorum quae visui et visibilibus propter conspicilla, non ita pridem inventa, accidunt. Praemissae Epistolae Galilaei de iis quae post editionem Nuncii Siderii ope perspicilli, nova et admiranda, in coelo deprehensa sunt, ecc. Augustae Vindelicorum, typis Davidis Franci, M. DCXI, pag. 15-16.
Di Firenze, li 13 di 9bre 1610.
Ma passando ad altro, già che il S. Keplero ha in questa sua ultima Narrazione(1007) stampate le lettere che io mandai a V. S. Ill.ma trasposte, venendomi anco significato come S. M.à ne desidera il senso, ecco che io lo mando a V. S. Ill.ma, per participarlo con S. M.à, col S. Keplero, et con chi piacerà a V. S. Ill.ma, bramando io che lo sappi(1008) ogn'uno. Le lettere dunque, combinate(1009) nel loro vero senso, dicono così:
Altissimum planetam tergeminum observavi.
Questo è, che Saturno, con mia grandissima ammiratione, ho osservato essere non una stella sola, ma tre insieme, le quali quasi si toccano; sono tra di loro totalmente immobili, et costituite in questa guisa [vedi figura 427a.gif]; quella di mezzo è assai più grande delle laterali; sono situate una da oriente et l'altra da occidente, nella medesima linea retta a capello; non sono giustamente secondo la drittura del zodiaco, ma la occidentale si eleva alquanto verso borea; forse sono parallele all'equinotiale.
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