Diedi poi la lettera al S.or Roffeni di V. S., che credo le haverà risposto. Mi fu mandata la risposta di quel Franzese(1015) a Martino, la quale m'è piacciuta assai, et l'ho prestata ad alquanti di questi SS.ri, per non essersene vedute d'altre qui. Bacio con questo fine le mani a V. S. Ecc.ma, et le prego dal Cielo ogni suo contento.
Di Bol.a, li 20 Nov.re 1610.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maSer.re Aff.mo
G. Ant.o Magini.
Fuori: Al Molto Ill.re et Ecc.mo S.or mio Oss.moIl S.or Galileo Galilei, Math.co del Ser.mo G. Duca di Toscana.
Firenze.
430*.
PAOLO GUALDO a GALILEO in Firenze.
Padova, 25 novembre 1610.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VI, car. 85. - Autografa.
Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.mo
Solamente heri l'altro io ho recevuto la lettera di V. S. delli 13 del presente, in Vicenza, dove son stato quasi duoi mesi continui. Ritornai heri a Padova, e doppo haverla letta e riletta più volte con mio grandissimo gusto, l'ho communicata con li nostri più cari et intrinsici amici, che pur essi ancora hanno sentito estremo piacere. Volevo mandarla al S.r Volsero, ma mi son imaginato che, doppo la contratta familiarità con detto signore, gli haverà dato minuto conto d'ogni cosa; sì come all'incontro esso S.r Volsero gli haverà scritto d'un Ollandese, che con un suo occhiale vuol far leggere una lettera commune, lontana quanto un huomo può caminare in un'hora e più. Sinhora tutti questi fanno i loro miracoli a terra a terra; ma V. S. va sopra i cieli, onde può cantare con 'l Petrarca
E volo sopra 'l ciel, e giacio in terra.
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