90. - Autografa.
Molto Ill.re et Eccell.mo Sig.re
Con questa mia, prima intendo di augurarli le felicissime Feste di quest'anno e dell'anno futuro e di mill'apresso; poi, di significarli un mio pensiero e desiderio, rimettendomi in tutto e per tutto al suo savio consilio e gagliardo aiuto. Il desiderio è questo. Io desidero di impiegare, qual si sia, quel beneficio che ho riceuto da V. S. Ecc.ma nei studii, di impiegarlo, dico, in modo tale, che una volta habbia, prima, da otturar la bocca a tanti che mi dicono che queste scienze non mi daranno un aiuto al mondo; poi, di accomodar in maniera le cose mie, che possa, con la quiete del vivere, haver comodità di dar qualche sorte di perfezione alle cominciate fatiche. Hora, havendo inteso che il Ser.mo Sig.r D. Francesco(1041) deve andar in Spagna (di grazia, V. S. Ecc.ma mi perdoni; chè il mio bisogno mi fa desiderare), se vi fosse loco tra tanti servitori che il nominato Signore condurà in sua compagnia, volentieri mi ci metterei in frotta: alla peggio, lo servirò con la Messa per capellano. Se li pare riuscibile il negozio, mi ci proponga et aiuti, chè l'assicuro che favorirà uno, non solo che tenerà perpetua memoria di tanto beneficio, ma che nelle azzioni sue non si scostarà dai suoi indrizzi e comandi; e quando questo non riesca, la suplico a voler pensar qualche volta al caso mio, che pur li son e discepolo e servitore.
Per la prima comodità son per mandar a V. S. Ecc.ma la demostrazione di certe proposizioni che ho dimostrate sopra il primo di Archimede De aequeponderantibus(1042), per sottometterle alla censura del purissimo intelletto di V. S. Ecc.ma Alla quale facendo riverenza, bacio le mani.
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