E già che queste notti sono così longhe, quando, ottenebrato il cielo, e rimosso dalle observassioni, li può avanzar tempo a scrivere, veda di non procastinare a dar sodisfattione a' curiosi et render etterno il suo nome con publicar nuovo testimonio delle sue fatiche, poi che vengano l'infirmità e l'impedimenti, che ci troncano li nostri dissegni.
Io al solito mi vo restorando, e quasi sono in bilancia della mia prima sanità, tutto desideroso di servirla; et obligatissimo li b. le mani, augurandoli le Sante Feste.
Di Ven., a 25 Dece. 1610.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma
Ser.re Aff. e Parat.moAnt.o Santini.
L'opera del Sisii(1044) non è anche sub praelo: haverò memoria che ne habia una. Sento non sia cosa di momento. Di novo li b. le m.
444*.
GIO. ANTONIO MAGINI a GALILEO in Firenze.
Bologna, 28 dicembre 1610.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. VII, car. 171. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.or mio Oss.mo
Non risposi all'ultima lettera di V. S., perchè, stampandosi all'hora quel mio trattatello del specchio concavo(1045), pensavo che dovesse esser fornito presto per mandarglilo; ma ho havuto tanta poca aventura, che me l'ha il stampatore portato in lungo sino alla vigilia del Santissimo Natale, perchè gli sono venuti degl'altri lavori, che non ha voluto perderli. Hora dunque gli ne mando due copie, acciò che possa con buona occasione farlo vedere al Ser.mo G. Duca; al quale haverei gusto che col mezo di V. S. toccasse quest'altro mio specchio grande, a confusione di sua Maestà Cesarea, ch'ha fatto starmi male sin hora con le sue vane promesse, sì come lei vedrà nel primo capitolo, ove ho voluto essagerare l'historia di questi specchi per dar una sbarbuzzata a quei ministri Cesarei, volendo io in ogni modo farne capitare alquante copie a quella Corte et procurare ancora che sia veduto dall'Imperatore.
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