Horsù, per questa volta non sarò più lungo: se haverò qualche nuova astronomica o mathematica, la scriverò a V. S.; in tanto le bacio con ogni affetto le mani, e se qui son buono a servirla, mi farà sempre gratia singolare a commandarmi. Mi sarà caro sapere se basta, scrivendoli, dire: a Firenze, o come s'ha da fare per inviarle le lettere, che le capitino sicure.
Di gratia, mi scriva se ha trovato inventione alcuna per migliorare gli occhiali, come ella pensava di fare. Il Signore Iddio la feliciti, le doni buon Capo d'anno et ogn'altro bene.
Di Pad.a, alli 29 Xmbre 1610.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maSer.re Aff.mo
Paolo Gualdo.
Fuori: All'Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Oss.moIl S.r Galileo Galilei.
Firenze.
446.
GALILEO a [CRISTOFORO CLAVIO in Roma].
Firenze, 30 dicembre 1610.
Vedi l'informazione premessa al n.° 8.
Molto Rev.do P.re et mio Sig.r Col.mo
La lettera di V.R.(1059) mi è stata tanto più grata, quanto più desiderata et meno aspettata; et havendomi ella trovato assai indisposto et quasi fermo a letto, mi ha in gran parte sollevato dal male, portandomi il guadagno di un tanto testimonio alla verità delle mie nuove osservazioni: il quale, prodotto, ha guadagnato alcuno degl'increduli; ma però i più ostinati persistono, et reputano la lettera di V.R. o finta o scrittami a compiacenza, et in somma aspettano che io trovi modo di far venire almeno uno dei quattro Pianeti Medicei di cielo in terra a dar conto dell'esser loro et a chiarir questi dubbii; altramente, non bisogna che io speri il loro assenso.
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