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      Ma Venere la veggo così spedita et terminata quanto l'istessa luna, mostrandomela l'occhiale di diametro uguale al semidiametro di essa luna veduta con l'occhio naturale.
      O quante et quali conseguenze ho io dedutte, D. Benedetto mio, da queste et da altre mie osservazioni! Sed quid inde? Mi ha quasi V. R.a fatto ridere, col dire che con queste apparenti osservazioni si potranno convincere gl'ostinati. Adunque non sapete, che a convincere i capaci di ragione, e desiderosi di saper il vero, erano a bastanza le altre demostrazioni, per l'addietro addotte; ma che a convincere gl'ostinati, et non curanti altro che un vano applauso dello stupidissimo et stolidissimo volgo, non basterebbe il testimonio delle medesime stelle, che sciese in terra parlassero di sè stesse? Procuriamo pure di sapere qualche cosa per noi, quietandosi in questa sola sodisfazione; ma dell'avanzarsi nell'opinione popolare, o del guadagnarsi l'assenso dei filosofi in libris, lasciamone il desiderio e la speranza.
      Che dirà V. R.a. di Saturno, che non è una stella sola, ma tre congionte insieme et immobili tra di loro, poste in linea retta parallela all'equinoziale, così [vedi figura 427a.gif]? La media è maggiore delle laterali tre o quattro volte; tale l'ho io osservato da Luglio in qua: ma hora in mole sono diminuite assai.
      Horsù, venga a Firenze, che ci goderemo et haveremo mille cose nove et ammirande da discorrere. Et io in tanto, restandogli servitore, gli bacio le mani et gli prego da Dio felicità. Renda i saluti duplicati al P. D. Serafino et alli Sig.ri Lana et Albano(1061).


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





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