451.
GALILEO a [GIULIANO DE' MEDICI in Praga].
Firenze, 1° gennaio 1611.
Riproduciamo questa lettera dalle pag. 19-20 dell'opuscolo citato nell'informazione premessa al n.° 427.
Ill.mo et Rever.mo Sig.re mio Col.mo
È tempo che io deciferi a V. S. Ill.ma et R.ma, et per lei al S. Keplero, le lettere trasposte(1), le quali alcune settimane sono gli inviai(2): è tempo, dico, già che sono interissimamente(3) chiaro della verità(4) del fatto, sì che non ci resta un minimo scrupolo o dubbio.
Sapranno dunque come, circa 3 mesi fa, vedendosi Venere vespertina, la cominciai(5) ad osservare diligentemente(6) con l'occhiale, per veder col senso stesso quello di che non dubitava l'intelletto. La veddi(7) dunque, sul principio, di figura rotonda, pulita et terminata, ma molto piccola: di tal figura si mantenne sino che cominciò(8) ad avvicinarsi alla sua massima disgressione, tutta via andò crescendo in mole. Cominciò(9) poi a mancare dalla rotondità nella sua parte orientale et aversa al sole(10), et in pochi giorni si ridusse ad essere un mezo cerchio perfettissimo; et tale si mantenne, senza punto alterarsi, sin che incominciò(11) a ritirarsi verso il sole, allontanandosi dalla tangente. Hora va calando dal mezo cerchio et si mostra cornicolata, et anderà(12) assottigliandosi sino all'occultazione(13), riducendosi allora con corna sottilissime(14); quindi, passando ad apparizione mattutina, la vedremo pur falcata et sottilissima(15), et con le corna(16) averse al sole; anderà poi crescendo sino alla(17) massima disgressione, dove sarà semicircolare, et tale, senza alterarsi, si manterrà molti giorni; et poi dal mezo cerchio passerà presto al tutto tondo, et così rotonda si conserverà poi per molti mesi.
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Praga Rever S. Keplero Venere
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