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      Ne feci ancora parte al Sig.r Consigliere Vaccher(130), persona singularissima in questi paesi, il quale è diventato innamoratissimo di V. S. a vedere che ella dimostri la verità di molte cose che dice egli havere sempre credute che stessero per quel verso; e spera che habbi ancora a passar molto più oltre, et la pregha a continuarci de' lumi del suo singular ingegnio: et vorrebbe che V. S. dessi una volta una scorsa per la Germania, chè spererebbe(131) fussi per ritornarsene sodisfattissima.
      Il Sig. Seghetti(132) se ne è ito in Pollonia a vedere que' paesi, in compagnia del Sig. David Riches(133); et il Sig.r Asdalio per mille volte risaluta V. S. Et baciandoli le mani, le pregherò da Nostro Signor Dio ogni felicità.
     
      Di Pragha, a' 7 di Febbraio 1611.
      Di V. S. Ill.re et Ecc.maS.re Aff.mo
      Giuliano Medici.
     
      Fuori, d'altra mano: All'Ill.re et Ecc.mo Sig.re mio Honor.moIl [Sig.] Galileo Galilei, Filosofo e Matematico di S. A. S.
      Firenze.
     
     
     
      473*.
     
      PAOLO GUALDO a GALILEO in Firenze
      Padova, 10 febbraio 1611.
     
      La lettera è, autografa, nella Bibl. Naz. Fir., Mss. Gal., P. I, T. VI, car. 179; la poscritta (lin. 30-40 [Edizione Nazionale]), pur autografa, in un fogliettino a parte che è pure nei Mss. Gal., P. III, T. X, car. 52a.
     
      Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.mo
     
      Credevo haver questa settimana lettere dal S.r Velsero, in risposta della mia ch'io le scrissi a Vicenza, dandoli raguaglio dell'interpretatione della cifra; ma sinhora non è comparso niente, e me ne maraviglio. Ho mostrato detta interpretatione al giovane(134) che scrisse contra l'Orchi, il quale restò maravigliatissimo di tal osservanza, nè seppe, così all'improviso, farle altra oppositione se non che l'occhiale può ben far che una cosa che non si vedeva senza quello, con quello si vegga, et anco quelle che si veggono, possino apparerci più grandi; ma che una cosa che si vede, mutti forme e sembianze, differenti da quelle che si veggono, li par strana cosa: onde, vedendo noi, con la nostra vista ordinaria, Venere sempre piena e rotonda, senza accorgersi mai d'alcuna crescenza o dicrescenza, non la sapeva ben capire.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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