Pagina (51/834)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E l'istesse mutazioni son sicuro che vedremo fare a Mercurio. Perchč poi tali diversitā di forme e di grandezze in Venere siano impercettibili con la vista naturale, so io benissimo per le sue cagioni non occulte all'ingegno di Vost. Riverenza: tra le quali la piccolezza e la gran lontananza di essa Venere, in comparazion della luna, ne č la principale, siccome anco l'esperienza ci mostra; perchč rivoltando il cannone sė che rappresenti gli oggetti piccoli e lontanissimi, la medesima luna, quando č corniculata di tre giorni e non pių, ci apparisce rotonda e radiante, similissima a Venere veduta con la vista naturale. Siamo in oltre da queste medesime apparizioni di Venere fatti certi come i pianeti tutti ricevono il lume dal sole, essendo per lor natura tenebrosi. Ma io di pių sono, per dimostrazione necessaria, sicurissimo che le stelle fisse sono per sč medesime lucidissime, nč hanno bisogno dell'irradiazione del sole; la quale Dio sa se arriva in tanta lontananza.
      Ho finalmente investigato il modo di poter sapere le vere grandezze dei pianeti tutti: nell'assegnar delle quali, trattone il sole e la luna, si sono ingannati quelli che ne hanno trattato, in tutti gli altri pianeti grandissimamente, ed in taluno di loro di pių di seimila per cento.
      Quanto ai Pianeti Medicei, vo continuando di osservargli; ed avendo migliorato lo strumento, gli scorgo pių apparenti assai che le stelle della seconda grandezza: di che ne č certo argomento il vedergli adesso poco dopo il tramontar del sole, ed un pezzo avanti che si scorghino i Gemelli o il Cingolo di Orione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





Mercurio Venere Vost Venere Venere Venere Dio Pianeti Medicei Gemelli Cingolo Orione