Di Firenze, li 12 di Febbraio 1610(139).
Di V. S. molto R.
Servitore Devotissimo
Galileo Galilei.
477*.
ANTONIO SANTINI a GALILEO in Firenze.
Venezia, 12 febbraio 1611.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VI, car. 181. - Autografa.
Molt' Ill.re et Ecc.mo S.or mio Oss.mo
La settimana passata non respuosi a V. S., sperando di potere haver quell'operetta del Sizio(140) da mandarli, la quale nè anche è compita. Per quanto ho inteso dal proprio P. Inquisitore, ha bisognato che sii rimandata costì per acconciare alcune cose, in particolare dove asseriva che le nuove stelle mobili ritrovate erano de directo contra la Sacra Scrittura, e non portava autorità niuna: e parmi che quanto vi sia stato aggionto o acconcio, sia con senso mistico, e non fa al caso. Quando potrò mandarne a V. S. l'essemplare, lo farò subito, o lasserò ordine che sia mandato, poi che penso passare verso la città nostra ora al principio di quadragesima, credo per fermarmi qualche giorni o mesi; et in ogni loco, al solito, sono paratissimo et obbligatissimo per servirla. Di Roma anche io sono avvisato delle osservassioni che fanno; et ora non resta di huomini eminenti altri che contradichino alla verità asserta da V. S.
Il S.or Magagnati se la passa benissimo, et ha hauto parte da me di quanto mi ha ordinato. Attenda V. S. a conservarsi sano, e quanto prima faccia vedere alcuna cosa del suo; e non saria che molto approposito pensasse a far la fatica di nuove theoriche, chè certo V. S. si compareria perpetua gloria. V. S. faccia sapere al S.r Filippo Salviati, che quando sia in Lucca, penserò trovare una copia De insidentibus aquae con il Commandino(141), e come ho fatto sapere al S.r Guadagni(142), ne li farò havere.
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