V. S. mi dia occasione di servirla, e li b. le m.
Di Ven.a, a 12 Febraro 1611.
Di V. S. molto Ill. et Ecc.maSer.re Aff.
Ant.o Santini.
Fuori: Al molt'Ill.re et Ecc.mo S.or mio Oss.moIl S.r Galileo Galilei, in
Firense.
478.
MARCO WELSER a GALILEO in Firenze
Augusta, 18 febbraio 1611.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. III, T. VII, 1, car. 42. - Autografa.
Molto Ill.e et Ecc.mo S.r Oss.mo
La modestia di V. S., congionta colle qualità che sono palesi al mondo, mi fa sovenire un senso replicato più volte da persone spirituali in insegnare la buona strada della vera virtù: che gli edifici, quanto sono più alti et maestosi, tanto più tengono profondati gli fondamenti; nè altro le voglio replicar in tal materia, riaffermando solo che quale me le offersi nella prima mia lettera, tale sono et sarò sempre, riputandomi a molto favore se lei vicendevolmente non diminuirà nulla dell'amore che di presente mi porta.
Dal S.or Brenggero non ho visto altro; il che interpreto per tacita confessione di restar appagato delle solutioni di V. S. Ma certa ingenuità richiedeva, a dir il vero, che questa confessione venisse ancora espressa in iscritto, sì come ho pensiero di instare che segua.
All'altro amico(143) communicarò quanto V. S. hora scrive. Io non dovrei anticipare di frametter la debolezza del mio giudicio; ma certo lei convince l'intelletto tanto chiaramente, et risolve gli dubbi dell'amico con tal sodezza, che stimo sia per arrendersi molto prontamente, riconoscendo l'obligo che tiene di esser insegnato con tal amorevolezza.
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Ven Febraro Santini Galileo Galilei Firenze Brenggero
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