Vivo, al solito, affezionatissimo alle sue virtù, et bramosissimo di adoperarmi, in quello che posso, per suo servizio. Si vagli di me con ogni maggior confidenza. Con che, pregandole da N. S. ogni maggior prosperità, le bacio le mani.
In Venetia, li 12 Marzo 1611.
Di V. S. Ill.re et Ecc.maS.re di core
Sebastiano Veniero.
497.
GALILEO a BELISARIO VINTA [in Pisa].
Firenze, 19 marzo 1611.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. IV, car. 44. - Autografa.
Ill.mo Sig.re et Pad.ne Col.mo
Io sono stato ansioso aspettando la lettiga per inviarmi a Roma, la quale non è comparsa, nè meno nuova alcuna di essa. Dispiacemi che il tempo va fuggendo, sì che non potrò (poco più che si tardi) esser là per i giorni Santi, come desideravo, già che per altri rispetti ancora si era stabilito che io andassi; et così mi pareva che fussi necessario per serrare una volta la bocca a i maligni. Io prego per tanto V. S. Ill.ma a farmi grazia di scrivermi quanto prima quello che devo fare circa questo particolare, et se forse coteste Alt.ze Ser.me hanno o in tutto o in parte per avventura mutato pensiero, acciò non habbi a star con l'animo sospeso, ma sappia come esequire la loro volontà. Le raccomando anco il negozio di mio fratello(197), conforme a quella memoria che lasciai a V. S. Ill.ma notata; di che gli viverò perpetuamente obbligato. Et qui, baciandole con ogni reverenza le mani, gli prego dal Signore Dio somma felicità.
Di Firenze, li 19 di Marzo 1610(198).
Di. V. S. Ill.maSer.re Oblig.mo
Galileo Galilei.
498*.
BELISARIO VINTA a GALILEO in Firenze.
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Venetia Marzo Veniero Pisa Roma Santi Alt Signore Dio Firenze Marzo Oblig Galilei Firenze
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