Al Padre Giesuita ho mandato la lettera di V. S.; et hora staremo aspettando ciò che vorrà dire, perchè penso communicarle il poco et l'assai, che in questo genere mi perviene, vedendo quanto cortesemente il tutto è da lei ricevuto. Et in tal proposito le debbe esser capitata all'arrivo della presente, o le capitarà poco appresso, la lettera che inviai a Mons.or Arciprete di Padova(204) hoggi otto.
Il vincer V. S. l'ostinatione di tanti oppositori, et guadagnar l'assenso delli huomini palmo a palmo, la assicura meritamente della certezza dell'inventione, et le serve di capparra che passarà senz'altro intoppo alla posterità; di che molto più havrebbe havuto a dubitare, se si fosse imbattuta in un secolo semplice et credulo, che havesse admesso il tutto senza alcuna crivellatura. La nova sua opera, che mi accenna, è desiderata di qua quanto merita; ma perciò non le ne voglio esser importuno, vedendo che non perde tempo in continue osservationi, et che la tardanza sarà finalmente molto ben rifatta dalla perfettione. Resto con bacciarle la mano et pregarle ogni bene.
Di Augusta, a' 25 di Marzo 1611.
Di V. S. molto Ill.e et Ecc.maAff.mo Servit.e
Marco Velseri.
Fuori: Al molto Ill.e et Ecc.mo S.or mio Oss.mo[il S.]or Galileo Galilei.
Roma.
502*.
FRANCESCO SIZZI a GIO. ANTONIO MAGINI in Bologna.
Firenze, 26 marzo 1611.
Arch. Malvezzi de' Medici in Bologna. Carteggio di G. A. Magini. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.re mio,
Veggo che V. S. Ecc.ma non desidera che io stia in capitale con lei, poichè, non bastandoli l'obligo che di già li tengho, m'ha volsuto di nuovo con sì grandi benefizi legare, a' quali mi conosco incapabile, nè con la volontà nè con gl'effetti, poter mai satisfare.
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