Intanto bacio a V. E. le mani, et le prego dal Signore ogni contento.
Di Roma, li IX d'Aprile M.D.C.XI.
Di V. E.
S.r D. Ant.o Medici.
Serv.reIl Card. Bandino.
514*.
TIBERIO MUTI ad ANTONIO DE' MEDICI [in Firenze].
Roma, 9 aprile 1611.
Arch. di Stato in Firenze. Filza Medicea 5131, n.° 84. - Autografa la firma.
Ill.mo et Ecc.mo Sig.re
Ero per me stesso inclinatissimo a compiacer e gratificare, ovunque io potessi, il Dottor Galileo Galilei; hora aggiungendovisi la raccomandatione di V. Ecc.za, l'inclinatione si è convertita in obligo: sichè non lasciarò opportunità alcuna, che mi si offerisca, di giovarli; nel che sentirò particolar contento, servendo V. Ecc.za et adoperandomi a profitto di persona così meritevole. Intanto le bacio le mani, e nella solita buona gratia sua mi raccomando.
Di Roma, alli 9 d'Aprile 1611.
Di V. Ecc.zaS.r D. Anton de' Medici.
Serv.reIl Car. Muti
515.
ROBERTO BELLARMINO ai MATEMATICI DEL COLLEGIO ROMANO.
[Roma], 19 aprile 1611.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. III, car. 2. - Autografa la sottoscrizione.
Molto Rev.di Padri,
So che le RR. VV. hanno notitia delle nuove osservationi celesti di un valente mathematico per mezo d'un instrumento chiamato cannone overo ochiale; et ancor io ho visto, per mezo dell'istesso instrumento, alcune cose molto maravigliose intorno alla luna et a Venere. Però desidero mi facciano piacere di dirmi sinceramente il parer loro intorno alle cose sequenti:
Prima, se approvano la moltitudine delle stelle fisse, invisibili con il solo ochio naturale, et in particolare della Via Lattea et delle nebulose, che siano congerie di minutissime stelle;
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