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520.
I MATEMATICI DEL COLLEGIO ROMANO a ROBERTO BELLARMINO in Roma.
Roma, 24 aprile 1611.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. III, car. 2bis. - Autografe le firme. A tergo, di mano di GALILEO, si legge: Attestazione de' PP.i Giesuiti al Rever.mo Card. Bellarmino.
Ill.mo et R.mo Sig.r et P.ron Col.mo
Responderemmo in questa carta conforme al commandamento di V. S. Ill.ma(248) intorno alle varie apparenze che si vedono nel cielo con l'occhiale, et con lo stesso ordine delle proposte che V. S. Ill.ma fa.
Alla prima, è vero cha appaiono moltissime stelle mirando con l'occhiale nelle nuvolose del Cancro e Pleiadi; ma nella Via Lattea non è così certo che tutta consti di minute stelle, et pare più presto che siano parti più dense continuate, benchè non si può negare che non ci siano ancora nella Via Lattea molte stelle minute. È vero che, per quel che si vede nelle nuvolose del Cancro et Pleiadi, si può congetturare probabilmente che ancora nella Via Lattea sia grandissima moltitudine di stelle, le quali non si ponno discernere per essere troppo minute.
Alla 2a, habbiamo osservato che Saturno non è tondo, come si vede Giove e Marte, ma di figura ovata et oblonga in questo modo [vedi figura 520a.gif]; se bene non habbiam visto le due stellette di qua et di là tanto staccate da quella di mezzo, che possiamo dire essere stelle distinte.
Alla 3a, è verissimo che Venere si scema et cresce come la luna: et havendola noi vista quasi piena, quando era vespertina, habbiamo osservato che a puoco a puoco andava mancando la parte illuminata, che sempre guardava il sole, diventando tutta via più cornicolata; et osservatala poi matutina, dopo la congiontione col sole, l'habbiamo veduta cornicolata con la parte illuminata verso il sole.
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