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      Io poi non ò mancato nè manco di goderlo, in fino che mi resta nelle mani: et la mattina sono stato più volte, all'aprir della porta, fuori per osservar Venere lunata, la quale appariva(260) in circa un'ora avanti lo spuntar del sole; ma sempre che l'ò osservata, è stata l'ora troppo tarda, a tale che non ò potuto discerner quello che mi scrivete, per la chiarezza del giorno. Credevo ancora poter osservar Saturno, non essendo molto lontano da Venere; ma nè anco quello ò potuto veder niente, a tale che per l'avvenire mi voglio risolvere andare a dormir fuori della città, qui poco lontano in un luogo d'un mio amico: et voglio usar ogni diligentia di veder tutte quest'altre cose, acciò quando haverò un altro occhiale da voi, secondo che m'avete promesso, io possa far veder le dette cose a' mia amici, sì come ò fatto veder quest'altre.
      Ò inteso con molto mio piacere che i vostri avversari si sieno resi vinti: et l'haverli hauti un pezzo per contrari, et poi restati chiariti, maggior honore e gloria è la vostra. Ò di più inteso la vostra andata a Roma et la maniera che andate, et del tutto sento infinito contento, del qual luogo so che ne riporterete honore et utile; et di quello che seguirà mi farete sommo piacere tenermi avvisato, consegnando costì in Roma le lettere al S.r Giovanbatista Crivelli, per la via del quale riceverete questa, non vi scordando però le corde, chè ne sono in gran necessità. M. Cristoforo(261) me ne mandò da Padova dui mazzetti, che non son buone a niente.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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