Quando tornerete a Firenze, aspetterò che mi mandiate i ritratti, quali molto desidero d'avere. Io non posso far di manco di non tornar a pregarvi a volermi haver per raccomandato, et a soccorermi adesso che Dio vi dà gratia di poterlo fare et che io sono in bisogno, senza dire ch'havete fatto assai per me: lo confesso; ma non è già tanto quello ch'avete fatto, che non sia maggiore la vostra amorevolezza et le vostre presenti forze. Et pensate che non ò più che 220 fiorini l'anno, et se non fussino stati alcuni scolari che ò hauto, mal per me: et al presente non ò più che dui, et Dio sa quanto dureranno: oltra che il mio mal vecchio mi torna a travagliare, et hora m'à tenuto in letto 3 giorni. Oggi mi son pur levato, et sono stato a trovar il Sig.r Mermani, quale vuole ch'io faccia una purga che mi costerà qualcosa.
Vi torno a ringratiar de l'occhiale che mi mandasti, per il quale il Ser.mo Elett[o]re(262), a riquisitione di mio suocero, mi donò 100 scudi, che quelli m'hanno sollevato un poco. Il Sig.r Mermani vi si raccomanda con ogni affetto, et insomma è tutto vostro, et vi celebra sommamente; et a suo tempo vi prego a ricordarvi di lui circa l'occhiale, et credetemi che sarà bene inpiegato. Et per fine io con tutti di casa vi ci raccomandiamo di vivo cuore, con pregarvi da nostro Signor ogni felicità, et in particolare la sanità.
Di Monaco, li 27 d'Aprile 1611.
Vostro Aff.mo Fratello
Michelag.lo Galilei.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
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