In palazzo del Ser.mo(263) G. Duca di Toscana.
Roma.
523*.
DANIELLO ANTONINI a GALILEO in Firenze.
Bruxelles, 29 aprile 1611.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T, VI, car. 194. - Autografa.
Molto Ill.re Sig.r mio Oss.mo
Non conosco la mia poltroneria solo che quando devo scrivere a V. S. molto Ill.re, che mi vergogno non haver alcuna cosa di novo: parlo di intrinseco, benchè d'estrinseco ancora non sia nulla; ma quello non agrava me. Pure non mi manca scusa; chè bisogna corteggiare, atender a raggioni di stato, et altre vanità, ad comode, o più tosto ad ambitiose, vivendum indirizzate. Vorei haver ocasione un giorno di servir quel Ser.mo G. D., per poter ritornare a godere delle meravigliose contemplationi di V. S. Per Dio, che alle volte sto in pensiero di venirmene in Italia et far Fiorenza mia patria, per questo. Non dubito però che ella non mi dia consolatione di farmene alcuna volta parte.
Doppo che questo Ser.mo ha veduta la sua lettera, tutto il mondo la vuol vedere; et io ho gusto estremo in mostrarla, chè vedendo tutti stupire et ammirar la virtù di V. S., pare a me ancora participar di questa gloria, essendo suo servidore. Mi conservi tale, chè tale le vivo. Et le baccio le mani.
Di Brusseles, il dì 29 Ap.le 1611.
Di V. S. molto Ill.reAff.mo Ser.re
Daniello Antonino.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.r et P.ron mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
Firenze.
D'altra mano: fr.ca fin a Mantova.
524*.
MARCO WELSER a GIOVANNI FABER in Roma.
Augusta, 29 aprile 1611.
Archivio dell'Ospizio di S. Maria in Aquiro in Roma.
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