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      Molto Ill.re et molto R.do S.rMarcant.o Baldi, P.ron mio Oss.mo
     
      Perchè V. S. hieri sera mi domandò se l'osservationi del cielo, che il S.r Galileo col suo occhiale alli giorni passati ha fatto fare a me et a molti altri in Roma, sono vere o apparenti per forza di refrationi, io non [tanto] per V. S. rispondo in carta, quanto per alcuni che si [...] dati a credere ch'io, per l'amicitia del S.r Galile[o] et come [suo] p[artig]iano, dica esser vere, et non vana apparenza, qu[...] per [...] occhiale si rappresenta.
      Dicole adunque, da filosofo p[iù] a[mico] della verità che di qualsivoglia huomo del mondo, non mi esser mai caduto nella mente, ch'il medesimo vetro, drizzato nel medesimo modo verso una stella medesima, come quella di Giove, potesse farla apparire, in un istesso luogo del cielo, ci[nta] da quattro stelle che sempre l'acc[ompa]gnano, invisibili al semplice occhio naturale, in modo tale ch'[una] sera apparissero, sì com'io(276) le ho osservate, tre occidentali et la quarta orientale, et la seguente, tre orientali et l'altra occidentale, et al[tre] volte in siti diversissimi; non consentendo la dimostration metafisica, che una finita e terminata causa, mentre resta la medesima et nel medesimo modo disposta o circonstantionata, possa mostrarsi varia negli effetti. Nemeno è cosa da purgato giudicio il creder che l'occhiale potesse causar tale apparenza intorno a Giove solo, e non intorno ad alcun'altra stella od altro obietto, d'infiniti che con l'occhiale si scernono semplici, come sapiamo che sono in sè medesimi, variandosi solamente la grandezza per la convessità del vetro.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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