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      A questi io rispondo, dichiarandomi primieramente, protestando(283) e confessando di non conoscere tali inganni: sė che se mai accadesse che qualche ingegno sublime facesse palesemente conoscere tali fallacie, io non intendo di separarmi dal numero degl'ingannati, nč di volere col manto dell'astuzia coprire la mia ignoranza; anzi mi dichiaro in quella occasione tanto pių ignorante degl'altri, quanto la continuata esperienza doveva meglio et in pių breve tempo rendermi accorto. Aggiungo poi, che non č il mio solo occhiale, o gl'altri fabricati da me, che faccino vedere li 4 Pianeti Gioviali, ma tutti gl'altri, fatti in qualsivoglia luogo e da qualunque artefice, pur che siano ben lavorati et che mostrino gl'altri oggetti grandi e distinti; et con tutti questi strumenti, in ogni luogo adoprati, si veggono le medesime mutazioni di sera in sera et le medesime costituzioni a capello di essi Pianeti: tal che quelli che vorranno mantenere che pur tali fenomeni siano illusioni, haveranno gran briga in ritrovar cagioni per le quali tutti gli strumenti, e grandi e piccoli, e lunghi e corti, siano cosė conformi nelle fallacie, et nel mostrarle, tra l'innumerabilitā degl'oggetti visibili, circa la sola stella di Giove. E di pių soggiungo, che se pure alcuno havesse ferma opinione che si potesse fabricare un occhiale di tal virtų, che intorno a qualche stella o lume o qualunque altro oggetto particolare facesse apparire per illusione altri lumi o altre multiplicazioni di specie, che poi realmente non vi fussero, et che tale apparenza accadesse intorno ad un oggetto solo et ad altri no; procuri pure di fare un tale strumento, perchč io mi obligo di farglielo pagare 10000 scudi.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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