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      Et se il mio occhiale havesse facultà di far vedere altro che quello che realmente è, non lo permuterei con qualsivoglia tesoro. Et questo basti haver detto circa il levar la credenza delle fallacie, la quale con una sola occhiata che si dia con lo strumento, si rimuove da ogn'uno.
      Quanto all'altra parte, ciò è che tali Pianeti, quando pur realmente siano, restino per la loro picciolezza inefficaci, ciò non veggo io come sia contro di me, il quale mai non ho mosso parola dell'efficacia o influssi loro; tal che se pure alcuno gli reputa superflui, inutili(284) et oziosi al mondo, muovane pur lite contro la natura o Dio, et non contro di me, che non ve ne ho che fare nulla, nè sin qui ho preteso altro che il mostrare, loro essere in cielo, et di movimenti proprii raggirarsi intorno alla stella di Giove. Ma se, come avvocato della natura et per servire a V. S. R.ma, io devo dir qualche cosa, dirò che io, per me, anderei molto riservato in asserire, questi Pianeti Medicei mancar di influssi, dove le altre stelle ne abbondino; et parrebbemi arditezza, per non dir temerità, la mia, se dentro a gl'angusti confini del mio intendere volessi circuscrivere l'intendere et l'operare della natura. Adunque dovevo io li giorni passati, quando in casa l'Ill.mo et Ecc.mo S. Marchese Cesi(285), mio Signore, veddi le pitture di 500 piante Indiane, affermare, o quella essere una finzione, negando tali piante ritrovarsi al mondo, o vero, se pur fossero, essere frustratorie et superflue, poi che nè io nè alcuno de i circostanti conosceva le loro qualità, virtù et effetti?


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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