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      Lascinsi dunque a i corpi celesti più vasti(311) le operazioni più grandi nelle cose inferiori, come le mutazioni delle stagioni, le commozioni de i mari e de i venti, le perturbazioni dell'aria, et (se hanno operazione sopra di noi) le costituzioni e disposizioni del corpo, le generali qualità e complessioni, et simili altri influssi(312); chè non mancheranno in terra mille e mill'altri particolari effetti da referirsi a più sottili et spirituali influenze da quelli che vorranno in simili curiosità occuparsi. Et se pure qualche impaziente volesse stringermi a dire qualche particolare influsso che io creda da questi, nuovamente da me scoperti, Pianeti dependere; io gli risponderei, che tutti gl'influssi li quali egli sin qui ha stimati essere(313) stati di Giove solo, sono derivati non più da Giove che da i suoi satelliti(314), et che l'havere egli creduto che Giove operasse solo, et il non haver saputo che havesse 4 compagni, niuna autorità ha posseduto nel fare(315) che Giove cessasse di havergli appresso et di cooperare con loro. Distinguere più particolarmente i loro effetti non saprei io, se prima qualcuno non gli rimovesse i suoi satelliti dal fianco, et per qualche tempo lo facesse operar solo. E chi vorrà sapere se l'ira, l'amore, l'odio, et altre tali passioni, siano affezioni residenti nel cuore, o pure nel cervello, se prima non prova a viver qualche tempo senza cervello o senza quore?
      Io non voglio in questo proposito tacere a V. S. quello che li giorni passati risposi a uno di quei genetliaci, che credono che Dio, nel creare il cielo e le stelle, non pensasse a niuna cosa di più che quelle alle quali pensano loro(316), per liberarmi da una tediosa(317) instanza che ei mi faceva acciò che io gli dicessi gl'effetti di tali Pianeti Medicei, protestandosi che(318) altramente gl'haveria rifiutati come oziosi, e perpetuamente negati come superflui (credo che questi tali, conforme alla dottrina del Sizii, stimino che gl'astronomi habbino conosciuto, essere nel mondo(319) li altri 7 pianeti, non per haver veduti i lor corpi in cielo, ma solo i loro effetti in terra; in quella guisa appunto che non per mezo della vista, ma da gl'effetti stravaganti, si scuoprono alcune case essere occupate da maligni spiriti). Io gli risposi, che ritornasse a considerare quei cento o mille(320) giudizii li quali haveva a i suoi giorni notati, et in particolare che esaminassi bene gl'eventi che da Giove haveva predetti; et se trovava che tutti precisamente fossero succeduti conforme alle sue predizioni, che seguitasse allegramente a pronosticare secondo le sue vecchie et usitate regole, chè io lo assicuravo che i Pianeti nuovi non haverebbero alterate punto le cose passate, et che egli per l'avvenire non saria men fortunato indovino di quello che stato era per il passato; ma se, all'incontro, vedesse, gl'eventi dependenti da Giove in alcune piccole cosette non havere risposto a i dogmi et aforismi prognosticali, procurasse(321) di trovar nuovi calcoli per investigar le costituzioni de i quattro Gioviali circolatori in ogni passato momento, chè forse dalle diversità di esse habitudini potria, con accurate osservazioni et multiplicati riscontri, trovare le alterazioni et varietà di influssi da quelle dependenti: et gli soggiunsi, che non in tutti i secoli passati si erano con poca fatica imparate le scienze a spese di altri sopra le carte scritte, ma che i primi inventori trovarono et aqquistarono le cognizioni più eccellenti delle cose naturali e divine con gli studii e contemplazioni fatte sopra questo grandissimo libro, che essa natura continuamente tiene aperto innanzi a quelli che hanno occhi nella fronte e nel cervello; et che più honorata e lodevole impresa era il procurar con le sue proprie vigilie, studii e sudori, di ritrovare qualche cosa admiranda e nuova tra le(322) infinite che ancora nel profondissimo abbisso della filosofia restano ascose, che, menando vita oziosa et inerte, affaticarsi solo in procurar di oscurar le laboriose invenzioni del prossimo, per escusar la propria codardia et inettezza alle speculazioni, esclamando che al già trovato non si possa aggiugner più altro di nuovo.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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