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      Concludasi dunque, che se le altre stelle influiscono, le Medicee ancora non restano di operare.
      Ultimamente, a quello che soggiungono quei Signori, dicendo che di tali stelle, per loro credere, non ne manchino in cielo, non posso negare nè affermare cosa alcuna, ma solamente dire che per la parte mia non ne ho sapute scoprire et osservare altre che queste quattro intorno a Giove, et le due immobilmente congiunte a Saturno; et prego che se altri ne ha scoperte altre, non gli dispiaccia farmene parte, chè gliene terrò obligo particolarissimo. Io non credo già, che quei Signori intendino di altre stelle che delle mobili et vaganti, quali sono i Pianeti Medicei, perchè il parlare delle fisse innumerabili saria fuori del caso; et io già ho scritto, immensa esser la moltitudine delle fisse invisibili al semplice occhio naturale: ma queste, come che non ci inducono a por nuovi orbi et a variare il sistema dell'universo et a conoscere necessariamente che non un solo è il centro al quale hanno rispetto tutte le revoluzioni delle stelle, possono con meno scrupoloso esame esser trapassate. Et se, com'io pure stimo(337), delle erranti intendono questi Signori quando dicono credere che di tali non ne manchino, onde è che nell'istesso tempo si rendono così difficili a concedere queste quattro?
      Gl'argomenti poi per confirmare le loro già prodotte et da me esaminate ragioni, tolti in grandissimo numero sin dalla creazione di Adamo, non sendo specificati, ma supposti come benissimo intesi da V. S. R.ma, et per tanto in certo modo indirizzati a lei, da lei lascierò che siano esaminati, et ponderato qual momento habbino in farle credere di non haver veduto quello che più di una volta ha visto.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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