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GIO. ANTONIO ROFFENI a [GALILEO in Firenze].
Bologna, 18 giugno 1611.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VI, car. 201. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.re mio Oss.mo
Hieri a punto arrivai di Vinegia, insieme con il S.re Magino, et receveti la di V. S. Ecc.ma; sentete gusto infinito dello ritorno suo, e con sanità; intesi il contenuto circa il negotio dell'Ecc.mo Pappazzone, et se bene mi persuadevo che non occoreva il parlarli, per essere il negotio riduto a baso termine, non dimeno volsi io ritrovarlo, e le narrai il fatto: il che inteso, ordinomi che ringratiasse lei di tanto offitio; et le ne resta con tanto obligo, quanto deve di sì affettuosa volontà. Et in particolare mi disse, che in Bologna lui haveva trattenimento di scudi quattrocento, e ancora qualche cosa meglio, in letura, et il Colleggio(365); e che l'avantaggiarsi egli solamente li scudi 200, et uscendo fuori di casa, non poteva con questo stipendio mantenersi; oltre che non sarebbe suo decoro l'uscire fuori ad una cattedra, in età d'anni 60, nella quale ha quanto mai può circa la fama, havendo letto in Pavia, et tanti anni l'ordinario di filosofia in questo Studio, con stipendio delli 600 scudi. Ma quanto alli partiti prima proposti a lei, quando paresse all'Altezza Ser.ma condurlo con l'istessi, sarebbe molto pronto; ma in altro modo non lo può fare: e consideralo lei. Quanto alli sogetti che pretendono, ne potrano fare elettione forsi con puoca somma di denari; ma che sii alcuno, e lo dico, che sii per honorare simil cattedra meglio di lui, non lo credo.
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