203. - Autografa.
Ecc.mo Sig.r mio salute.
Mi dispiace la sua indisposizione, raconsolandomi con la speranza della presta(383) recuperazione; il che credo li verrà fatto guardandosi dalla neve et dal bere fuor di pasto: nel resto credo che sia continente.
Il Padre Banbergiera(384) dice che li à scritto due lettere(385), spinto da certi signori Perugini, che per lo arrivo della sua lettera li mette in isgomino, dicendo che le sia stata mandata una lettera finta, et che sono molto servitori a V. S. Ecc.ma, et ne lo pregano procuri con lei, sapendo quello essere suo amico.
Non ò ancora visto il Sig.r Luca(386): farò le saluti, quali so che li saranno grate. Mi abbattei una sera cor un satrapo, che somigliava Pilato: disprezzando con grand'impeto V. S., afrontò il Sig.r Luca, dove egli con non men furore li rispose; et imbreve, facendo una gran ritirata, disse che non se ne intendeva. Ma intanto, oltre alla devozione che mostrava al Magino, rimase goffo, igniorante et ostinato, dicendo che apresso al Cardinale Farnese(387) era uno altro che li aveva presentato uno ochiale che mostrava tutto il contrario: et noi li dicemo che lo stesso Cardinale non solo vi aveva favorito e banchettato in Roma, ma che fino a Caprarola(388) vi aveva onorato, et che era otto dì fa, attale che questa sua si scorgeva una fiaba e spantacata romanescha. Et sebene si adusse del Padre Clavio, che era nella medesima oppinione, et poi, chiaro con tutti e' sua, se n'era fatta lezione pubrica, egli rispose che gli avevano dette delle altre pazzie.
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