Intanto dove io(392) posso servirla, mi comandi. Le prego da Dio ogni onore e felicità.
Di Roma, il dì p.o di Luglio 1611.
Di V. S. Ecc.maUmilissimo Ser.re
Lodovico Cigoli.
Fuori: Al'Ecc.mo Sig.re et P.ron mio Oss.moIl S.r Galileo Galilei.
Firenze.
548**.
GIO. LODOVICO RAMPONI a GALILEO in Firenze.
Bologna, 1° luglio 1611.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. III, T. VII, 2, car. 4, 5a e 5b - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.re
Invitando la chiarissima fama di V. S. molt'Ill.re et Ecc.ma, già sparsa dal suo Sidereo Nuntio, ciascuno ad amarla e riverirla, non si meravigli se anch'io a questo universale invito habbia preso ardire di darle un segno dell'affettione che porto grandissima al suo valore, inviandole queste mie osservationi(393), qualunque elle siano, fatte da me ne i tempi soprascrittivi, con un instromento nel quale adopro hor una hor due lenti cave, delle quali ciascuna, insieme con la convessa superiore, moltiplica dodici o tredici volte, in modo che, giuntene due insieme, nella distanza di cento trenta passi incirca veggionsi gli oggetti maggiori almeno venti cinque volte. Queste osservationi adunque parte sono state fatte con due lenti, e parte con una sola, come in esse appare; nelle quali so che non bisogna esporle che cosa sia il circolo con gli descritti diametri, essendone essa il primo e vero maestro. Dirolle solo (cosa che credo necessaria) che il delineato circolo non è quello che, transmettendo la vista per obliquo alla circonferenza del forame superiore dello stromento, viene descritto dall'occhio girato intorno, ma è quello che, tenendo l'occhio fermo nel centro della lente cava, si vede contornato a Giove postovi nel centro: nel qual circolo ho delineato li duoi diametri secantisi ad angoli retti, per determinare il sito [e la] distanza delle Stelle Medicee in quel più commodo e breve modo che ho saputo imaginarmi per venir semplicemente in cognitione della reale essistenza di esse stelle.
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