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      Delle quali V. S. vede (se questa non č illusione dello stromento) che me ne sono apparse hor una, hor due, hor tre, sempre in quella linea obliqua che sta segnata con punti, la quale, cosė alla grossa, ho giudicata disposta secondo la eclittica; ma non ne ho mai potuto veder quattro, sė come anche non ho havuto satisfattione di haverne vedute tre due volte sole, sapendo che pių frequentemente e tre e quattro apparivano a V. S. quando fece le osservationi descritte nel Nuntio. Del che io stava molto ammirativo, non sapendo perchč a me non avvenisse il vederle tutte quattro almeno una volta, quando mi č tale admiratione stata levata dal vedere che a poco a poco queste da me osservate stelle siano andate perdendosi, in modo che quando intermisi l'osservare, non pių si vedevano nč con una nč con due nč con [..]tro; per il che giudicai, che giungendo Giove quasi alla sommitā dell'epiciclo, fossero le sue stelle rese tanto piccole, che al mio stromento non pių potessero apparire: adunque nello stato di mezo č ragionevole che mancasse la vista di quelle, che forse mi appariranno quando Giove sarā nella pių bassa parte dell'epiciclo. Se questa sia la vera causa di ciō, mi rimetto a lei.
      Ma nelle distanze di queste stelle da Giove non sono io stato per qualche tempo men dubbioso, non pensando quello che mi č sovvenuto di poi, che, per essersi nel tempo delle mie osservationi molto pių allontanato Giove dalla terra per il sito sė nello eccentrico come nello epiciclo, č necessario che le loro distanze, stando le medesime, mi apparissero minori.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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