Ha molta ragione V. S. di dolersi della morte del S.r Giovanni, mio padre, che sia in Cielo, perch'ella ha perso un amico che l'amava e stimava grandemente; et ella, mentre č stata qua in Roma, puņ haverne veduto, se non effetti convenienti al suo merto, almeno un cordiale affetto d'amore e d'ottima volontą. Ma poichč Dio l'ha voluto per Sč, č debito di christiana prudenza a rimettersi in S. M.tą, ricevendo tutto per il meglio.
Io rendo a V. S. grazie infinite della memoria che conserva di me, e del pietoso ufficio che l'č piaciuto far meco; e l'assicuro ch'io professo d'esser restato herede di quella stima e ben affetta volontą del S.r mio padre verso di lei, in augumento della mia particolare, la quale per sč stessa č grandissima, come si richiede al valore e virtł di V. S. Ben la prego di cuore a pigliarne il possesso con il comandarmi; ch'io fra tanto, restando con desiderio di sentire ch'ella totalmente habbia ricevuto la sanitą, le bacio per fine le mani.
Di Roma, a' 21 di Luglio 1611.
Di V. S. Ill.re e molto Ecc.teS.r Galilei.
Ser.re Aff.moFrancesco Niccolini.
Fuori: All'Ill.re e molto Ecc.e S.r mio Oss.moIl S.r Galileo Galilei.
Firenze
558*.
PAOLO GUALDO a GALILEO in Firenze.
Padova, 22 Luglio 1611.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXVII, n.° 85. - Autografa.
Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.mo
Finalmente m'č capitata la lettera lunga di V. S. Ecc.ma, con l'inclusa pel S.r Cremonino, qual mandai subito: et ecco la risposta(487).
Ritornai heri a Padova; dissi a Mons.r Belloni quanto V. S. mi scrive, che ha sentito con grandissimo gusto, vedendo e la memoria e l'affetto che ella ha alle cose loro.
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