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      Il poema è fornito et reveduto, per quanto le mie debole forze si sono potute stendere in picciol tempo, con i travagli domestici et con le continove malattie. È bene il vero che la rassegna de gli Italiani che hanno da andare in aiuto di Scanderebech, non l'ho fatta, per non havere a pieno determinato tutti coloro che vi vorrò mandare, et ancora per lasciare alcun loco [da] lodare alcun prencipe; sì che se V. S. mi manderà alcun[o] de' suoi, io honorarò le mie carte del nome della sua casa, et ancora con buona occasione farò mentione di V. S., come di cosa futura. Cotal rassegna non fa nulla l'haverla sospesa, perciò che a persona tanto essercitata in simil materia, come io sono, sarà fatica de quindici o venti giorni.
      S'attende in tanto a rescrivere il poema, nel quale io ho molta fatica per haver a trovar chi lo scriva corretto: però potrà tardare alcun giorno; il che tornerà bene, chè si darà tempo a V. S. d'essere interamente sana, prima che ella si metta a questa fatica. Et però la riprego che ella si governi bene et cerchi tosto di risanarsi; et mi tenghi in gratia, et mi commandi, chè i[o] le sono serva davero, et il mio Sig.r Luca servitore: et come tali, ambiduo facciamo a V. S. reverenza, che N. S. conservi et feliciti
     
      Di Roma, adì 29 di Luglio 1611.
      Di V. S. molto Ill.re
     
      Serva Affettionatiss.aMargherita Sarrocchi de Biragh[i].
     
      Fuori: Al molto Ill.re Sig.r et P.ron Col.moIl Sig.r Galileo Galilei.
      Firenze.
     
     
     
      564.
     
      PAOLO GUALDO a GALILEO in Firenze.
      Padova, 29 luglio 1611.
     
      Bibl. Naz.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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