Non si può far altro: si volteranno a quest'altra(510), e se V. S. potrà farli qualche giovamento, non se lo scordi di gratia.
Doppo quel noiosissimo caldo siamo stato alquanti giorni, con un poco di ventarello e certe pioggette, assai bene. Par che da heri in qua ritorni il caldo a repigliar le forze. Si sentono molti infermi, ma però senza morte; vi è un poco di sospetto di peste verso Trento, contra la quale s'attende a far buone guardie e provisione.
Li RR. Sandelli e Pignoria stan bene et a V. S. bacian le mani, sì come facc'io con ogni affetti, pregandole dal Signore compita felicità.
Di Pad.a, alli 29 Luglio 1611.
Di V. S. Ill.re et Ecc.maSr. Galilei.
Ser.re Aff.moPaolo Gualdo.
Fuori: All'Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.moIl S.r Galileo Galilei.
Firenze.
565*
INNOCENZO PERUGINO a GIROLAMO PERUGINO in Roma.
Perugia, 30 luglio 1611.
Bibl Naz. Fir. Mss. Gal., Par. I, T. XV, car. 41. - Autografa.
.... In materia delle novità del Sig.r Galileo, ero informato della sua scrittura(511) mandata qua, e per ciò desideravo intendere l'opinione della Sig.ra Margarita(512); ma dalla vostra lettera ho conosciuto ch'ella è troppo affettionata al Sig.r Galileo, onde si lascia trasportare più dall'affettione che forsi dalla verità. Qua sono molti di quelli occhiali, e con nessuno si vedono queste stravaganze; onde i nostri, fin tanto che non vedano, non si possano indurre a credere novità così grandi, et in particolare come Venere possa andare sopra il sole, per essere tutta illuminata: oltre che il libro di Francesco Sitio(513), pur Fiorentino, ci persuade il contrario, le ragioni del quale sono molto probabili.
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