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      207. - Autografa.
     
      Ecc.mo Sig.r mio Oss.mo
     
      Havendo già per l'altra lettera sentito la sua indisposizione, nè havendone mai hauto altra nuova, ne vivea non com meno martello di lei che ella si faccia di me, et con molta più ragione, sì per la diferenza grande del merito, come ancho perchè sapete che qua ordinariamente ci sono ogni giorno le quattro stagioni, onde ci dà sempre campo(521) di qualch'ora di respirazione; oltre che ci è due o tre volte piovuto, et allo intorno molte volte, onde ànno partorito molto refligierio; sebene da quindici giorni adreto erano stati da venti giorni caldi eccessivi, dove io stavo in cupola(522) a stillare. Sono stato alcuni giorni a casa intorno a' cartoni; stamattina torno di nuovo; et così interponendo, vo di quando in quando(523) ripigliando un poco di fiato, fino che la conduca al fine, della quale sono a più dei due terzi fatto; et se non avessi da Sua Santità interrompimento di alcuni quadretti, et dal Cardinale Borgesi a Monte Cavallo una sua logetta del suo giardino, che mi interrompono, tra due mesi mi sarei spedito della cupola, che mi pare millanni per vedere di che morte io ò da morire.
      Nel resto stiamo tutti allegramente, et Cosimino è del continuo imperatore, a cinque volte raffermato, e studia come un disperato. Il Sig.re Gismondo Coccapani à sentito con gusto la visita del fratello(524), il quale V. S. lo troverrà bonissimo giovane et ingegnioso in giribizzi di macchine; che se forse avesse atteso, arebbe fatto buona riuscita. Ma è giovane rispettoso e timido; imperò V. S. le faccia carezze.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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