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      Ho veduto la lettera del P. Biancano scritta alla R. V.(564), et ne ho preso particolar contento, scorgendo in essa non solamente la continuata affettione di S. R. verso di me, ma il dispiacere che mostra essersi preso per le mordacità che in più di un luogo pone contra(565) di me nel sopranominato problema il suo autore, le quali, per confessione di S. R., sono fuori della ragione et del mio merito, anzi rendono sospette di simulatione et fintione le altre parole che paiono esservi poste in mia lode; perchè non è nissuno così semplice, che non intenda come le laudi possono essere per ironia o per adulatione, et insomma con affetto di animo contrario a quello della lingua, profferite, ma non già i biasimi o gl'insulti, li quali sempre procedono ex corde. Et se bene, considerata l'occasione delle rampogne in sè stessa, io potevo senza pregiuditio alcuno della reputation mia disprezzarle e trascurarle, essendo pur troppo chiaro, a chi haverà veduto il mio Avviso Astronomico et il detto Problema, quanto immeritamente mi erano opposte; tuttavia rispetto al luogo onde elle escono, et a i luoghi dove furon pronuntiate et inviate, non conveniva che io le trasandassi o dissimulassi: perchè l'attestatione di uno de i Frattelli di una Congregatione, per somma scieltezza di lettere et perfettione di dottrina già fatta di assoluta autorità nel persuadere et arbitra nel determinare circa i particolari di tutte le scienze, deve essere stimata non poco; e tanto più, venendo pronuntiata(566) in publici concorsi di litterati, et mandata sino nelle Rome, che tanto è quanto nel cospetto del mondo tutto: onde pare che di non minor difesa mi fosse necessario che di quella di alcuno de i medesimi Fratelli, quale è il Padre Biancano, la R. V. et qualche altro professore del vostro famosissimo Collegio(567). Per quanto dunque aspetta a questa parte, io resto infinitamente obligato al P. Biancano, et dispiacemi che la lettera, la quale S. R. accenna havermi già scritta, si sia persa, nè mi sia pervenuta in mano; il qual disordine mi haverà, senza mia colpa, fatto apparire poco diligente in rispondere a i debiti che ho a S. R.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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