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      [vedi figura 576c.gif] Dico dunque, che qualunque volta una superficie ineguale e montuosa viene illuminata dal sole o da(576) altro lume particolare, sì che vi restino le eminenze illustrate et le bassure tenebrose, il sole, o chi nel sole fusse collocato, assolutamente non vedrà alcuna delle parti ombrose, ma solo le illuminate; perchè procedendo in tal caso i raggi della vista et della illuminatione per le medesime linee rette, nè potendo esser ombra dove arriva il raggio illuminante, adunque niuna delle parti oscure potrà esser veduta; ma bisognerà che per vederle il raggio visuale si elevi sopra la detta superficie più del raggio solare: come nella presente figura si scorge, sendo il punto O il luogo del corpo illuminante, e la superficie montuosa BC, le cui eminenze vengono illustrate, et le parti basse restano adombrate. Qui è manifesto, che l'occhio posto in O non vedrà alcuna delle ombre della superficie BC, avvenga che i suoi raggi procedino con quelli del corpo illuminante; ma per veder le parti ombrose è necessario che l'occhio si elevi sopra i raggi luminosi, come per esempio nel punto A. Dico di più, che quando il corpo illuminante fussi lui più elevato sopra la superficie da illuminarsi, et l'occhio meno, come se l'occhio fusse in O et il sole in A, allora molto più resteriano le parti adombrate di essa superficie ascose alla vista. Hora, perchè i raggi visivi che abbracciano l'estrema visibil circonferenza del corpo lunare, non hanno elevazione alcuna sopra essa, ma toccano in lei la superficie della luna, manifestamente si scorge come, costituito il sole in qualsivoglia luogo, mai non potranno da noi esser vedute le ombre delle bassure alla detta circonferenza vicinissime; anzi, restando tali parti oscure celate tra le eminenze circonvicine illuminate, altro non si scorgerà che una continuazione tutta luminosa.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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