Ac nos ipsi multiplex ac maximum rationum agmen brevi quodam commentariolo, memoriae atque exercitationis gratia, explicuimus, quo eius rationes labefactari ac profligari necesse est(590). Hora, se mai mi sortirà di poter vedere queste tali ragioni, sarò prontissimo a mutare opinione, se mi sentirò convinto, o a rispondere, se mi parrà di poterlo fare.
Ma ritornando all'altra parte principale della mia intentione, che fu di manifestare che io non sono così semplice che non conosca, la dimostratione, posta dall'autor del Problema per suo trovato, esser a capello la medesima che io pongo nel Nuntio Sidereo; dico che S. R. suppone nel terzo luogo, il corpo lunare esser quasi perfetta sfera, et il suo diametro contenere 2000 miglia italiane: et io il medesimo suppongo nell'Avviso. Finalmente suppone nel quarto luogo, esser vero che alcuna delle cuspidi che si scorgono già illuminate dentro alla parte tenebrosa della [vedi figura luna3.gif], sia lontana dal termine della luce la vigesima parte del diametro lunare, cioè miglia 100: et io suppongo l'istesso nell'Avviso. Passa ultimamente alla demostratione; et in virtù della penultima del primo d'Euclide, col medesimo metodo ad unguem(591) che tengo io nell'Avviso, conclude quello che io ancora concludo, cioè che il detto vertice si eleva più di quattro miglia. Vero è che nel dimostrare si allarga in dichiarare con molte parole il suo argomento, come se parlasse con fanciulli di pochissima intelligenza; et contro al costume de i geometri, segna nella figura tre quadrati, senza bisogno alcuno et solo per avventura per render la figura più riguardevole: dove che io, supponendo di parlar con persone di qualche intelligenza, non pongo altre parole che le necessarie, et massime essendo la dimostratione in sè stessa facilissima et breve.
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