Certo che dalla mia scrittura non raccorranno mai tal concetto, nè mai lo potranno raccorre se non dal loro arbitrio. E se quando io scrivo Intelligatur lunaris globus, cuius maximus circulus CAF(593), loro hanno voluto intendere che io pigli questo massimo cerchio per quello che termina l'emisferio lunare da noi veduto, et non un altro de gli infiniti che sono nel corpo, ciò è stata loro eletione, ma non già mia intentione; perchè se già ho detto che l'estrema circonferenza veduta è tutta montuosa, et che in essa, per le ragioni assegnate da me, non si veggono vertici più eminenti dell'altre parti, saria bene stata semplicità più che puerile il volermi servire di un cerchio che solo è inetto al mio bisogno, tra infiniti altri che sono all'intento mio accomodatissimi.
Forse mi replicheranno che io dovevo più diffusamente dichiararmi, con dire che bisognava intendere un piano che segasse il globo lunare per il contatto del raggio et per il vertice illuminato, il quale facesse nella settione il cerchio massimo CAF et l'altezza del monte AD. Io, come di sopra ho detto ancora, ho sempre supposto di parlare a persone di(594) qualche prattica nella geometria, le quali, esercitate in Euclide, in Archimede, in Apollonio, in Tolomeo et altri, sappino come nelle dimostrationi delle passioni de i solidi frequentissimamente si segano con piani, et sopra le loro settioni si formano le figure et le dimostrationi insieme; onde in questa mia, semplicissima et facilissima, ogni maggior allargamento di parole saria stato altrettanto superfluo et indecente, quanto fu conveniente et a proposito il distendersi a più larga dichiaratione sopra una cattedra, a numero di uditori non tutti capaci egualmente di quanto doveva dichiararsi.
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Intelligatur Euclide Archimede Apollonio Tolomeo
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