(596), seguendo poi gli argomenti, a i quali procurai di rispondere; mosso, dico, da tal lettera, scrissi quanto mi occorse a detto Monsig. Dini(597), et non tanto per giustificarmi appresso quei Signori di Perugia, quanto appresso di infiniti altri, li quali apertamente parlavano contro alle mie assertioni; de i quali, come bene sa V. R., il numero è stato infinito, et ancora non ce ne mancano. Hora, sì come io non mi sono mai tenuto aggravato da chi, non solo in pensiero, ma in parole et in scrittura ancora, mi ha contradetto, così desidero che ogn'uno et in particolare que' Signori di Perugia non prendino a male che io habbia cercato di mostrarmi veridico, se però è vero che alcuni di loro habbino havuto et habbino opinioni contrarie alle cose scritte da me; il che quando anco sia falso, ricevino la mia scrittura non come scritta a loro Signorie, ma ad altri, li quali, senza offendermi punto, mi sono stati contrarii: et sì come io non haverei restato di esser servitore affettuosissimo alle Signorie loro quando bene havessero creduto diversamente dalla mia scrittura, così desidero che restino sicuri della medesima devotione mia. Qui finisco, con pregarla a salutare il molto R. P. Clavio; e con ogni reverenza li bacio le mani.
Di Firenze, il primo di Settembre 1611.
Di V. S. molto R.
Servitore Affetionatiss.
Galileo Galilei.
577.
DANIELLO ANTONINI a GALILEO in Firenze.
Bruxelles, 2 settembre 1611.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. VIII, car. 37. - Autografa.
Molto Ill.re Sig.r mio Oss.mo
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