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      Il caso successe in Perugia, dove si trova detto Padre, al quale io scrissi che mi mandasse la natività. Egli me la mandò calculata; et havendogli ancora scritto io la verità delle Stelle, et lodato lo ingegno di V. S., se non quanto è, almeno quanto per me si potea, egli me rispose una lettera, la quale m'alterò molto; et per ciò gli replicai, come pareva a me che convenisse, et per ragione, non dovendo io far torto al valore di V. S. et alla osservanza che le porto. Egli replicò, come potrà V. S. vedere, perciochè le mando ambe due l'ultime sue lettere(601). Le mie non le mando, non havendone io tenuto copia, non pensando che si dovesse venire a tanto duello. Le mando bene la copia d'una che io rispondo ad un certo Guido Bettoli, come la vederà dalla sua, che pur le mando(602). La lettera sua è vecchia, ma io l'ho hauta nel tempo che la vederà che io gli rispondo: credo che la data sia fintione. Ho voluto che V. S. veda tutto quello che passa.
      Il Sig.r Luca sta bene di salute, et la vede con la mente, et la honora con la lingua et con la penna. Il simile fo io: dico il simile, perchè se egli avanza me nel'eloquenza, sia detto con sua pace e d'ogni altro, io avanzo lui d'affetto verso V. S.
      Il poema si attende a porre in netto; et così credo di mandarlo presto a V. S., per iricevere il favore che ella mi vuol fare del suo purgatissimo giudicio.
      Facciami gratia di risposta, et mi tenga in gratia: col qual fine a V. S. senza fine bascio le mani. N. S. la guardi.
     
      Di Roma, a dì 10 di 7mbre 1611.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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