Parlo però con ogni debita riverenza, e mosso solo dalla consolazione, ch'io desidero nell'animo, di quell'A., a cui per lo eterno Dio ho consacrata tutta la mia divozione; chè in fine la modestia della mia fortuna non ha necessità di miglioramento, e posso contentarmi di esser, per grazia di Dio, esposto anzi all'invidia che alla compassione.
E se mi è vietato il poterla goder e servire in Toscana, non è però interdetto a lei il favorirmi a Murano, dove l'attendo questa estate a goder meco il palazzotto de' Giuliani, che ho tolto ad affitto: il quale ha un giardino quanto la piazza di S. Marco, copiosissimo di ottimi frutti, e nella più bella e più deliziosa vista di tutto il paese, dove la tranquillità della stanza m'ha porto occasione di finir il mio Idilio(700), il quale ho già ricuperato dall'Inquisitore, e si stampa (ben che sia prosunzione) donato a S. A. Ser.maA tempo novo spero goderla insieme con gli amici, e particolarmente co' SS.ri compari Ferrari e Mannucci(701), a' quali desidero dar alcuna volta, questo carnevale, salciccia che superi la Vicentina, et olive che superino le Veronesi e Bolognesi: però la prego a inviarmene un barlotto, e siano di quelle gigantesse e polpute che mi dava l'anno passato a Firenze, e sei over otto lib. di ottimissima salciccia, per ora, consignando, spezialmente l'olive, a Mess. Lorenzo Belcorpi corriere, il qual per amor mio le condurà con particolar diligenza.
Mi mantenga l'amor suo, e Nostro Signor Dio la faccia contenta.
Di Murano, a' Xci di Xmbre 1611.
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