Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maAff.mo Ser.re
Gir.mo Magagnati.
Fuori: Al molt'Ill.re et Ecc.mo S.re S.r mio Oss.moIl S.r Galileo Galilei.
Firenze.
614**.
GIOVANNI FABER a GALILEO in Pisa.
Roma, 15 dicembre 1611.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. VIII, car. 61. - Autografa.
Molto Ill.re Sig.re et Padron mio Oss.mo
Credo che V. S. ancora habbia fresca memoria de i nostri ragionamenti che delle volte hebbessimo del Sig.(702) Marco Velsero, commone amico nostro, et che si ricordi pure delle letere sue, che io a V. S. mostrai, dalle quali facilmente poteva comprendere quanto esso la stimava, et meritamente. Hora, scrivendomi lui nell'ultima sua letera(703) alcuni quesiti, et fra l'altri uno del quale V. S. facilmente potrebbe dare conto o a lui stesso o a me con sua bona commoditą (in altra maniera non lo voglio nč lo dimando, sapendo quante sono le sue honoratissime occupationi), sono stato quasi forzato a ricercarglilo; oltra che ho occasione, anco con questa mia letera, di offerirle la mia servitł, come commone membro del Lyncaeo nostro, della quale V. S. si potrą prevalere quando et dovunque le tornerą commodo. Et sono le parole del Sig.r Velsero queste:
Certi amici mei hanno osservato col tubo ottico certe machie apparenti nel sole con tanta conformitą, che le tengono per cosa indubitata: ma avertisca V. S. che dico apparenti, non esistenti nel sole, perchč con certi boni argumenti si persuadono che siano stelle, che, per essere di sotto o a canto del sole, incorrendo nella linea nostra visuale faccino tal mostra.
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